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Donatori si diventa

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Donatori si diventa

In questa sezione vogliamo raccontare l'esperienza di alcuni giovani donatori della nostra associazione.

In questa sezione vogliamo raccontare l’esperienza di alcuni giovani donatori della nostra associazione. Siamo convinti che il loro esempio valga moltissimo e speriamo che molti altri giovani seguano il loro esempio e si iscrivano all’AVIS.

Intervista a Tommaso, 26 anni:

Domanda: Quando hai iniziato a donare?
Risposta: A 18 anni compiuti da poco, nel 2001.

D: Come hai conosciuto l’AVIS?
R: Ho sempre sentito parlare di AVIS in famiglia, tra gli amici di famiglia e vedevo i manifesti in paese.

D:Perchè hai deciso di diventare donatore di sangue?
R: Ho deciso di donare perchè mi sembra di fare una cosa molto modesta che non mi comporta un gran sacrificio ma che può essere letteralmente vitale per qualcuno altro. Per questo quando non posso donare per qualsiasi motivo (come ultimamente a causa di alcuni medicinali che devo assumere) mi sento di “sprecare” un po’ il mio sangue a tenerlo solo per me.

D:Quanto dura una donazione? E’ doloroso? Come ci si sente dopo?
R: La donazione in sè, dall’inserimento dell’ago alla sua estrazione dura meno di 15 minuti, dipende dalle persone. La procedura intera, dall’accettazione alla fantastica colazione, dura un’oretta abbondante. Non è per nulla doloroso, una volta donato può capitare di sentirsi un po’ stanchi, spossati, ma sicuramente la soddisfazione è l’emozione prevalente.

D: Cerca di convincermi a diventare donatore
R: Non penso serva spendere molte parole per convincere a donare il sangue, se non: dai, prova, senza impegno e con tanta soddisfazione assicurata!


L’esperienza di Paolo, 29 anni:

Ho iniziato a donare dopo aver compiuto i 18 anni, l’AVIS l’ho conosciuto tramite mio padre (anche lui è donatore), ma  nessuno mi ha obbligato a farlo, è stata una mia scelta. La donazione di sangue è come un “prelievo”, solo che dura dai 5 ai 10 minuti in più. Dopo la donazione bisogna alzarsi con molta calma per evitare di avere giramenti di testa, tutto qui.

      Secondo me la donazione è molto importante perchè su tutto il territorio italiano c’è bisogno di sangue e grazie a noi donatori vengono salvate delle vite.


Intervista a Andrea, 22 anni:

D: Quando hai iniziato a donare?
R: Ho iniziato a donare a 18 anni… nel 2005

D: Come hai conosciuto l’AVIS?
R: L’ho conosciuta perchè già donava mio papà

D:Perchè hai deciso di diventare donatore di sangue?
R: Perchè credo sia una forma di volontariato, un sostegno alla vita!

D:Quanto dura una donazione? E’ doloroso? Come ci si sente dopo?
R: Ogni volta c’è un iter da seguire: la velocità dipende da quante persone ci sono (di solito, per fortuna tante!). La donazione vera e propria dura circa un quarto d’ora.
Non è doloroso e dopo ci sente bene se prima si è fatta un po’ di colazione (the, fette biscottate, caffè).. aiuta a mantenere alta la pressione. Può capitare un giramento di testa, ma nulla di preoccupante.

D: Cerca di convincermi a diventare donatore
R: Perchè donare? Solo pensare che un’oretta ogni tre mesi può salvare la vita a una persona, beh credo possa bastare!


Intervista al Presidente della Sezione

Da donatore a presidente di una sezione AVIS: l’esperienza del nostro Presidente Gino Villa.

D: Che cosa è l’AVIS?
L’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue), nasce a Milano nel lontano 1927.
L’spiratore e fondatore, insieme ad altri 27 primi donatori, fu un medico ematologo fiorentino allora poco più che trentenne, il dott. Vittorio Formentano.
Erano anni in cui si moriva per una semplice emorragia e, fu proprio dalla morte di parto di una giovane mamma che Formentano non riuscì a salvare giusto perchè non trovò sangue del suo gruppo, che nel giovane medico nacque l’idea di dare vita all’Associazione Volontari Italiani del Sangue.
Quel primo embrione crebbe, divenne adulto e si diffuse sempre sotto la guida del suo fondatore.
Alla sua scomparsa, nel 1977, quella creatura tanto amata, aveva ormai radici tanto profonde che continuò a crescere vigorosa, mantenendosi però sempre fedele ai principi voluti dal suo fondatore: volontarietà, gratuità, solidarietà e spirito di servizio.
Oggi l’AVIS conta più di un milione di soci attivi in tutta Italia e contribuisce al Servizio Sanitario Nazionale, con poco meno di due milioni di donazioni all’anno(quasi l’80% della raccolta nazionale).
Per noi ciò è, da un lato, motivo di orgoglio, dall’altro stimolo a proseguire con sempre maggior vigore sulla strada tracciata dal compianto dott. Vittorio Formentano.

D: Quali sono gli scopi dell’AVIS?
Dobbiamo pensare che, per un verso, lo sviluppo della scienza medica moderna (basti pensare a settori quali l’oncologia, la traplantologia, la chirurgia d’urgenza, ecc.), necessita sempre più di sangue (oggi il fabbisogno italiano si aggira intorno a 2.500.000 sacche/anno), per l’altro verso che, le strutture pubbliche (ospedali, case di cura, ecc.) con le loro burocrazie e rigidità sistemiche non riuscirebbero mai a sostenere da sole una simile domanda.
Ecco gli scopi dell’AVIS: Organizzare i donatori e le donazioni, facilitare la loro scelta di donare (per esempio con le raccolte domenicali nei centri di prelievo territoriali), motivarli, fare proselitismo e, ultimo ma non per ordine di importanza, creare nelle sezioni, un ambiente di convivialità, amicizia, fratellanza, stimolando quindi il donatore a restare fedele alla sua scelta.
Tutte cose queste che, per quanti sforzi si facciano, non si trovano facilmente nei centri trasfusionali degli ospedali.

D: Come ha conosciuto l’AVIS?
Avevo 18 anni, da circa due era stata fondata la sezione di Bernareggio, conoscevo personalmente i fondatori e molti di quel primo nucleo di donatori. Direi che la voglia di donare è venuta da sola, mi sembrava naturale farlo.

D: Perchè ha deciso di diventare donatore? Per quanto tempo? Perchè ha “smesso”?
Sul perchè, lo ripeto, mi è sembrata una scelta giusta, naturale e che non costava nulla se non un pò di tempo ogni tanto.
Sono stato donatore per molti anni, circa trenta. Poi, per motivi di lavoro, ho cominciato a saltare qualche donazione. Infine una decina d’anni fa, ho dovuto rinunciare per ragioni di salute.

D: Cosa l’ha spinta ad impegnarsi nell’AVIS come volontario non donatore?
A me piace dire che avisini si diventa e poi si resta tali fino alla tomba, indipendentemente dall’essere attivi o meno.
E poi, all’AVIS ci sono tante cose da fare anche senza essere donatori.

D: Quanti soci sono iscritti all’AVIS Bernareggio?
I soci attivi oggi sono poco meno di trecento.
Nei suoi 43 anni di storia (la sezione è stata fondata nel 1966), le tessere rilasciate sono oltre 850.
Più di 500 quindi, per le più disparate ragioni (essenzialmente età e salute) non sono più donatori. Purtroppo, un buona parte di questi non sono più tra noi compresi i quattro fondatori.

D: Cerchi di convincere un giovane a diventare donatore
Che dire. Quando si è giovani, spesso si pensa di essere indistruttibili o di non aver bisogno di nulla o, più semplicemente, non ci si pensa.
Poi capita, a se stessi, ad un amico, ad un familiare, di trovarsi nella situazione del ricevente e, allora si riflette. E’ già successo che un giovane è diventato donatore in seguito a problemi di questo genere.
Ad altri direi: non costa nulla. Non fa male, anzi, è un ottimo sistema per tenere sotto controllo la propria salutePerché rinunciare ad essere utile agli altri con un gesto di soldarietà di cui potresti avere bisogno? In una parola direi: perché no?

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Donazione


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